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La storia della falegnameria e dei prodotti della ditta Poggi
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STORIA
Renzo Piano, sistema modulare 71PGG, 1971
La storia della falegnameria e dei prodotti della ditta Poggi
1900-1950
La tradizione di falegnami della famiglia Poggi risale a Luigi Poggi che all’inizio del secolo scorso operava a Pavia in un laboratorio di falegnameria.
Negli anni 40, il figlio Carlo Poggi (1896-1949) converte il laboratorio di falegnameria in una fabbrica situata nel centro storico di Pavia.
1950-1960
Nel 1953 i fratelli Ezio (1928-1962) e Roberto Poggi (1924-2020) trasferiscono le attività in una nuova struttura appositamente progettata e realizzata nella periferia di Pavia. Gli stessi edifici recentemente ristrutturati costituiscono la sede del nuovo progetto “fabbricapoggi”.
Agli inizi degli anni ‘50 i fratelli Poggi incontrano per la prima volta l’architetto Franco Albini nel cantiere del rifugio Pirovano di Cervinia dove vengono coinvolti nella realizzazione di alcuni arredi.
Rifugio Pirovano a Cervinia
La collaborazione di Albini con i fratelli Poggi inizia perfezionando progetti ideati in precedenza con l’obiettivo di arrivare alla produzione di serie che si realizza nella nuova fabbrica.
I primi pezzi frutto di questa collaborazione furono presentati alla Mostra del mobile singolo allestita alla X Triennale di Milano (1954).
Nel 1955 la poltroncina PT1 Luisa (1950-55), progettata da Franco Albini, viene premiata con il Compasso d’Oro.
Ezio Poggi riceve il compasso d’oro, 1955
«Ho cercato di portare le caratteristiche dei materiali o le soluzioni tecniche ad aumentare l’espressività della composizione» scrive Albini negli appunti che ripercorrono nel dettaglio lo sviluppo del progetto della poltroncina Luisa
I pezzi prodotti in questo periodo in collaborazione con l’arch. Albini ed Helg sono entrati nella storia del design italiano. Si ricordano ad esempio, oltre alla già citata poltroncina Luisa (PT1) ed il tavolo a cavalletto (TL2), il tavolino TN6 Cicognino (1953), la poltrona Tre Pezzi PL18-PL19 (1959) ("un guscio avvolgente che suggerisce un modo nuovo e disinvolto di sedersi"), la libreria LB7 (1956), i mobili per ufficio TL22, SC23 e CM24 (1958).
Ezio e Roberto Poggi TL14, 1955
Negli stessi anni i fratelli Poggi iniziano ad affermarsi anche come progettisti, integrando il catalogo di produzione con i propri arredi, tipologicamente affini a quelli ideati da Albini insieme a Franca Helg, come la scrivania con struttura in profilati d’acciaio P4 (1958) e il tavolo TL14 (1958)
Nel 1957 si ricorda la partecipazione alla XI Triennale di Milano (1957) in occasione nella quale oltre ai pezzi progettati da Albini vengono esposti, nella sezione dell’Alloggio italiano della Mostra Internazionale dell’abitazione, alcuni mobili progettati da Ezio e Roberto Poggi, tra cui un armadio componibile premiato con il Diploma della Medaglia d’argento.
1960-1970
Continua la collaborazione con gli architetti Albini ed Helg che conduce alla produzione di numerosi pezzi d’arredamento tra cui la scrivania Stadera SC27 (1961), il tavolo TL30 (1961), la poltrona PL34 (1966).
Nel 1962 Roberto Poggi rimane solo alla guida dell’azienda in seguito alla morte del giovane fratello Ezio.
Il rapporto di esclusiva con Albini si interrompe alla fine degli anni 60.
Franco Albini, Franca Helg, SC27 Stadera , 1961
1970-1980
Iniziano le prime collaborazioni con Ugo La Pietra, Vico Magistretti, Afra e Tobia Scarpa, Marco Zanuso.
Merita di essere ricordata la frequentazione della fabbrica pavese da parte di Renzo Piano, avvenuta tra il 1968 e il 1971, nonostante le sue proposte di sistemi modulari non siano state realizzate. Un incontro verificatosi grazie a Franco Albini, o a Marco Zanuso, insieme ai quali collaborava da tempo.
«[…] inaugurando una nuova fase di libertà imprenditoriale in cui Roberto Poggi si dimostra decisamente aperto al confronto con approcci differenti e spesso quasi opposti tra loro. Da un lato non si interrompe il legame con una generazione che aveva iniziato a muovere i primi passi nel periodo tra le due guerre ma si creano nuovi rapporti con progettisti che sottopongono originali sistemi modulari di arredo e l’impiego innovativo dei materiali plastici».
In tutte queste collaborazioni rimane imprescindibile quella relazione di complementarietà tra produttore e progettista sperimentata a lungo con Albini.
La Pietra incuriosisce Poggi per il suo approccio concettuale al progetto, vissuto anche come operazione artistica, dal quale scaturiscono arredi e oggetti dalle forti connotazioni espressive, come le lampade Globo Tissurato (1968) in metacrilato derivate dalle Strutturazioni Tessurali (1967) e la scultorea libreria Uno sull’Altro (1970).
Ugo La Pietra, Globo Tissurato
Ugo La Pietra, LB52 Uno sull'altro, 1968
Nel 1973 Roberto Poggi cura l’allestimento della Sezione Italiana all’interno della XV Triennale di Milano, avvalendosi della collaborazione dell’architetto Ignazia Favata Milano (1973).
La collaborazione con Vico Magistretti conduce allo studio ed all’applicazione anche di nuove tecnologie produttive soprattutto con riferimento al legno curvato.
Poggi in diverse occasioni aveva avuto modo di esprimere la sua preferenza per una curvatura ottenuta con legno lamellare-stratificato, al fine di non esasperare l’imposizione di una curvatura eccessiva all’elemento ligneo. Da queste convinzioni concordate con il progettista nascono le sedie SD51 Golem (1968) e SD71 Barbettis (1981).
Vico Magistretti, SD51 Golem, 1968 - SD71 Barbettis, 1981
1980-1990
Nuovi pezzi continuano a nascere dagli schizzi, ma soprattutto dal rapporto tra l’architetto e il costruttore, alimentando un dialogo incentrato sui mezzi di produzione e la tecnologia necessaria per operare alcune scelte anziché altre, come si evince sia dagli schizzi di Afra e Tobia Scarpa sia da quelli di Marco Zanuso.
Marco Zanuso concentra il proprio interesse verso la ricerca della massima semplificazione formale in funzione di una maggiore facilita e flessibilità d’uso, e negli stessi anni fece da tramite con una generazione di giovani collaboratori, insieme ai quali Roberto Poggi continua a partecipare alle edizioni della Triennale di Milano.
Marco Zanuso LB65, 1978
1990-2000
Continua la produzione dei pezzi relativi alle precedenti collaborazioni ma rallenta lo studio e la ricerca con nuovi progettisti. Si riscontra una tendenza alla progettazione di pezzi realizzati con essenze pregiate quali il mogano, noce e palissandro anche con la ripresa di collaborazione con Ugo La Pietra e Marco Comolli.
2000-2010
Al 2001 risale l’ultimo pezzo di arredo che rientra nella catalogazione per sigle in precedenza utilizzata per la produzione in serie. La ricerca di Roberto Poggi si conclude infatti con un tavolo che riprende la forma e la struttura del suo precedente tavolo TL80 (1988).
Intorno al 2005 Roberto Poggi, ormai ottantenne, interrompe le attività produttive, anche per la difficoltà a reperire personale qualificato, limitandosi ad organizzare la dismissione delle attrezzature della fabbrica.
Nel 2010 la ditta Poggi chiude definitivamente.
Roberto Poggi TL91
Dal 2022 gli spazi della ditta Poggi vengono riproposti, dopo una ristrutturazione di alcune parti, come luogo per ospitare oltre ad una collezione permanente, eventi nel campo del design, dell’architettura e dell’arte.
Le informazioni riportate in questa sezione dedicata alla storia della Poggi sono tratte dal volume “il Mondo di Poggi - l’officina del design e delle arti”, redatto da Roberto Dulio, Fabio Marino e Stefano Andrea Poli, e pubblicato nel 2019 dalla casa editrice milanese Electa. Le ricerche degli autori si basano sulla consultazione dei materiali tuttora conservati presso l’Archivio Storico della ditta Poggi a Pavia.